Durante il quarto giorno del congresso del sindacato mondiale a Melbourne, in Australia, ha preso la parola il segretario generale della Filt CGil Stefano Malorgio. Ecco i punti salienti del suo intervento.
"Abbiamo fatto bene a mettere al centro di questo congresso la necessità di un nuovo contratto sociale – ha detto Malorgio – perché quello costruito nel secolo scorso non è più in grado di reggere di fronte agli enormi cambiamenti. Tutto è cambiato sul piano economico: il potere e la ricchezza si sono concentrati nelle mani di poche grandi multinazionali con bilanci grandi quanto quelli degli gli Stati. Una ricchezza che non arriva ai lavoratori che la producono e lascia sui territori solo i problemi sociali con un impatto negativo soprattutto sulle donne e sui migranti.
Il segretario generale Filt Cgil ha anche rilevato come sia "cambiato tutto sul piano tecnologico: le nuove tecnologie non stanno producendo benefici sul piano sociale, se non per chi le possiede. I carichi di lavoro sono aumentati: non ci hanno liberato dal lavoro ma anzi hanno annullato in molti casi la distanza con il riposo. I lavoratori vengono discriminati usando le nuove tecnologie, allora abbiamo bisogno di dire che se la tecnologia è così importante nella nostra vita, questa non può sfuggire al controllo pubblico".
La questione climatica
Il segretario generale della federazione dei trasporti della Cgil ha sottolineato come tutto sia cambiato sul piano del clima. "Siamo nel pieno di una catastrofe ambientale con un modello produttivo che tenta di far pagare ai ceti più poveri il costo dell’inquinamento che loro producono, pur di non cambiare stile di vita. Allora abbiamo bisogno di dire: 'Chi più inquina più deve pagare'. Ma anche impegnarci per la riconversione industriale e per un'economia disarmata. Abbiamo immaginato un mondo in cui la democrazia non potesse essere messa in discussione, invece avanzano gli autoritarismi e i neofascismi. Il movimento sindacale viene attaccato, depotenziato, diviso. Questa è una grande emergenza che riguarda tutti, sulla quale dobbiamo mobilitarci a livello globale per costruire, con il nuovo contratto sociale, una nuova centralità per chi lavora".
Rafforzare il multilateralismo
"Io sono ottimista – ha concluso Malorgio – guardo alla forza rinnovata del movimento sindacale negli Stati Uniti, all'elezione del compagno Lula in Brasile, a quello che è accaduto in Italia dove, con le lotte, i lavoratori hanno piegato Just Eat e Amazon. Abbiamo bisogno di un sindacato forte, rivendicativo, plurale, vicino alle lavoratrici e ai lavoratori che rappresenta. Abbiamo bisogno di rafforzare il multilateralismo che è sempre più indebolito da chi vuole dividere il mondo in blocchi, come sta facendo la guerra in Ucraina. La voce del lavoro deve essere al centro del multilateralismo. Non abbiamo alternative, dipende tutto da noi".